lunedì, dicembre 08, 2008

Incontri fortuiti

Quando ci si rende conto di aver vissuto troppo in una città?
Credo che sia quando ci si ritrova in situazioni dove spuntano conoscenti da ogni lato... e questi si conoscono tutti tra di loro. A Napoli era diventato insopportabile, una promiscuità agghiacciante: tutti parenti di tutti, tutti erano al corrente dei più intimi segreti di tutti. Un incubo.
A Trento c'è voluto più tempo, ma alla fine, quando si usciva, si incontrava sempre qualcuno. Ogni-santa-volta. I paesini sono così: spazio vitale ristretto e molto affollato, si finisce col conoscere tutti ed essere conosciuto da tutti. Nessuna scappatoia.
Speravo in Barcellona. Il milione di abitanti di Napoli mi è costato 30 anni per esaurirlo e quindi una città simile mi dava un simile margine di tempo. Sbagliato. L'altra sera mi sono trovato in un momento tipico napoletano: lei con la sua storia attuale, me e la mia storia, e le due "storie" erano stati coinquilini quando vivevano in un'altra città. Quadrato perfettamente chiuso. Ineccepibile.

È arrivata decisamente l'ora di pensare a un post-doc.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ti prego, incontriamoci. se ti raccontassi dei miei incontri fortuiti, non potresti che trovare napoli una bazzacola, se confrontata a torino, la cittadina (il quartiere?) in cui vivo io.
vorrei emigrare. ma direttamente in un universo parallelo, dove non solo nessuno mi conosce, ma vivono esseri proprio diversi, di diversa umanità...

Ruthven ha detto...

Si, così all'angolo di un pianeta dell'universo parallelo, ti scontri col tuo peggior nemico di scuola!
Il mondo è uno sputo! L'universo... pure.