martedì, settembre 18, 2007

Il giorno fu pieno di lampi

E rieccoci a Barcellona, dopo una intensa estate.
Il mio viaggio iniziatico alla scoperta dei segreti del cuore è terminato con uno scottante nulla di fatto. Inutile avvicinarsi, inutile viaggiare, inutile impegnarsi. Direbbe Anna: "Alex, ma tu questo lo sapevi già". Lo sapevo già? Forse sì.
Sapevo della tendenza all'autopunizione, del timore di vivere, delle esitazioni infinite. A conti fatti, i sensi di colpa me li tirai via di dosso sui 24 anni. Troppo presto... già, troppo presto per tutto.
Sapevo anche del non-impegno, delle scottature, dello stesso mio timore a legarsi. Lo sapevo, ma mi ha colpito come un pugno in faccia perché per la prima volta ho sentito forzare un blocco.
Sempre la stessa storia: a un certo punto c'è qualcuno che vuole riprendere il controllo della macchina che sbanda. Sarò troppo taoista se dico: "Lasciatela sbandare perché è nella sua natura"?
Credevo di cambiare qualcosa, ma al solito il narcisismo mi acceca. A mia difesa potrei dire che stavolta forse ho tentato. Almeno qualcosa.

Bene, Barcellona dicevamo. Proprio ieri sentivo E. la russa e mi chiedeva com'era la città. Ci sono i guiris lungo la Rambla, il caldo sabbioso alla Barceloneta, continuano a pulire le strade ogni notte. Barcellona sembra non essere cambiata: solo è un po' più se stessa e noi un po' più barcellonesi. Ci sono i gelati italiani a Gracia e due nuovi acquisti poiché i fisici napoletani sono ovunque densi. Avrei dovuto risponderle che Barcellona è anche piena di buone intenzioni per l'anno nuovo, visto che ci stiamo facendo degli amici che sono un po' più amici, della nostra ricerca che ci è entrata nelle vene. Alla fine ci si fa forte delle esperienze, delle tempeste superate. Si, ora verranno le stelle, le tacite stelle.

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