Non c'è più religione che tenga
Parlavamo delle figure della metro barcellonese.
Ecco, all'uscita di Hospital Clinic (si, si proprio di fronte all'ospedale) si incontra spesso questo prete in tonaca, molto anziano. Che ci fa lì?
Propone calendari all'uscita della metropolitana. Calendari dell'anno corrente, 2008, con immagine della Madonna in copertina.
Ecco, all'uscita di Hospital Clinic (si, si proprio di fronte all'ospedale) si incontra spesso questo prete in tonaca, molto anziano. Che ci fa lì?
Propone calendari all'uscita della metropolitana. Calendari dell'anno corrente, 2008, con immagine della Madonna in copertina.
Potrebbe sembrare un porta a porta ecclesiastico o una risposta liturgica ai calendari con supermodelle. Invece è molto meno e molto più triste di tutto questo, se si tiene conto di un dettaglio. Il prete in questione vende calendari a primavera inoltrata (la foto l'ho scattata ad aprile, ma lui l'ho incontrato anche a maggio: stesso luogo, stessi calendari).
Suona come un'attività senza sbocco, come vendere panini già morsi o bottiglie di vino mezze piene; le analogie non mancano.
Probabilmente è l'indigenza, piuttosto che una Santa Missione Calendaristica, a spingere questo personaggio all'imbocco della metropolitana di Barcellona, in abito talare, sotto al sole, con i suoi calendari 2008 mezzo consumati.
Al ché ci si chiede: ma la chiesa che fa? Avrà una parrocchia costui e magari il numero di fedeli è talmente ridotto da non permettergli di sopravvivere?
Ne parlavo col mio amico H., il quale mi commentava: "I preti possono continuare la loro missione evangelica anche se la curia li manda in pensione o se non hanno risorse. Una volta ordinati, si rimane preti per tutta la vita. Poi il discorso cambia quando si parla di risorse economiche (normalmente gestite localmente).".
Mi piace quest'immagine del Vaticano come un'industria dalla logica sfruttatrice e capitalista: la sede principale di Roma ha oro sui soffitti, mentre i suoi "impiegati" vendono calendari a mezza estate.
Suona come un'attività senza sbocco, come vendere panini già morsi o bottiglie di vino mezze piene; le analogie non mancano.
Probabilmente è l'indigenza, piuttosto che una Santa Missione Calendaristica, a spingere questo personaggio all'imbocco della metropolitana di Barcellona, in abito talare, sotto al sole, con i suoi calendari 2008 mezzo consumati.
Al ché ci si chiede: ma la chiesa che fa? Avrà una parrocchia costui e magari il numero di fedeli è talmente ridotto da non permettergli di sopravvivere?
Ne parlavo col mio amico H., il quale mi commentava: "I preti possono continuare la loro missione evangelica anche se la curia li manda in pensione o se non hanno risorse. Una volta ordinati, si rimane preti per tutta la vita. Poi il discorso cambia quando si parla di risorse economiche (normalmente gestite localmente).".
Mi piace quest'immagine del Vaticano come un'industria dalla logica sfruttatrice e capitalista: la sede principale di Roma ha oro sui soffitti, mentre i suoi "impiegati" vendono calendari a mezza estate.
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