martedì, settembre 19, 2006

Contaminazioni

C'è la mia coinquilina che ha la tosse. Un tosse brutta, che non ti fa dormire. Al ché mi son alzato e antato a prepararle una specie di grog con gli ingredienti che restano, ossia nessuno. Sono però certo che con un po' d'acqua calda, del miele e della vodka si possano conseguire miracoli. Divago, come al solito...
Il punto è: da dove ci viene questa "pietà" verso gli sconosciuti. Il sentimento che mi ha spinto all'alzarmi dal letto a notte fonda è anch'esso curioso: il pensiero che qualcuno stia soffrendo a due passi da te e che tu possa aiutare concretamente. Una voce che ti dice: «Ekkekkazzo, sta alla porta affianco e vivete assieme!» La sorpresa è che questo richiamo umanista ti spinge ad agire quando potresti fare lo gnorri. Non è amore, non è istinto materno, non è amicizia. Però è qualcuno con cui compartisci la vida: è questo che la rende qualcuno di cui devi (pre)occuparti?
Da dove ci viene tutto ciò? Saranno le famose "radici cristiane"? Ci viene dalla Palestina ed è questa la vera rivelazione del Cristo? Esisteva nell'Evo Antico questo slancio verso la creatura uomo? I Romani? I Greci?
Ho proprio avvertito che facevo qualcosa per radicazione atavica, una lezione della storia –in un certo senso– e per questo mi interrogo sulle sue origini.

Altra cosa. L'espressione napoletana: "Fa' 'o gallo 'ngopp'a munnezza" non ha equivalenti in italiano, non esiste né in francese né in spagnolo o catalano; di contro la si ritrova praticamente identica in turco e in libanese. Che origine comune ha, da dove è nata la contaminazione? Ci viene dai Bizantini? addirittura dai Fenici?
Chi ha la risposta, la posti per piacere.

A proposito, nel mentre che bolliva l'acqua e scrivevo queste righe, L. si è addormentata da sola. Vai a fare del bene alla gente!!

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