sabato, luglio 30, 2005

In Scozia piove.

Arrivo a Glasgow in sandali, pantalone di cotone leggero, T-shirt e occhialli da sole. Alla fine della scaletta dell'aereo il comitato d'accoglienza dei pinguini: sindaco pinguino, pastore pinguino e famiglie pinguine.
Faccio a malapena a riprendermi dallo shock che il treno per Edinburgo mi lascia in piena campagna scozzese, a East Killbride (un nome che è quasi un film di Tarantino). Non vi dico le battute dei controllori sul fatto che non avevo sentito l'annuncio, anche perché non le ho capite...
Arrivo infine a Edinburgo, Waverley Station, vicino ai giardini che un tempo erano un loch nel quale buttavano i cadaveri dei pestiferati morti e delle streghe vive, ma legate mani e piedi). Avete notato che bei fiori crescono nei giardini di Princes street??!
Nel frattempo il mio ospite, Charles, non risponde al cellulare e il telefono di casa suona occupato. Alle 21:30 (ora locale) prendo un taxi e mi faccio portare al suo indirizzo. Il tassista mi dice che non può abitare lì, il 18A non esiste ed è un quartiere troppo tranquillo (sic). Al momento in cui stavo levando mano, risponde al telefono il coinquilino di Charles. Salvo!
Vado alla porta e busso...busso... niente. La forza della disperazione mi dà il coraggio di aprire la porta di casa e... vedere che dietro non c'era una casa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

e dove hai dormito scusa

Ruthven ha detto...

beh... ero fradicio e stanco e stavo per farmi portare in un ostello. Fortuna che giù alle scale, alla fine la casa c'era. Ho bussato e mi ha aperto il coinquilino di Charles: mi aspettavano per la settimana dopo.
Mi ha (molto) gentilmente offerto un té e il divano per dormire.