Non è mai facile tornare a casa, dopo un lungo viaggio.
Eccomi di nuovo in Italia, dopo una lunga assenza e la sensazione, al rientro è ancora una volta legata a quello che ti ha colpito mentre eri fuori. Nel treno, a Peschiera del Garda, guardavo il lago e lo paragonavo agli altri laghi visti in Canada, guardavo passare le case nella campagna e rivedevo la fattorie che ergono i loro silo in mezzo a pianure sconfinate.
L'Italia mi sembra un pullulare di umanità: ovunque ti giri trovi segni dell'attività dell'uomo. Le campagne non sono mai deserte, le città sempre popolose e le case ammassate le une sulle altre. Sembra che non ci sia spazio per tutti e ci dobbiamo stringere per fare posto agli altri.
Forse è veramente così.
Eccomi di nuovo in Italia, dopo una lunga assenza e la sensazione, al rientro è ancora una volta legata a quello che ti ha colpito mentre eri fuori. Nel treno, a Peschiera del Garda, guardavo il lago e lo paragonavo agli altri laghi visti in Canada, guardavo passare le case nella campagna e rivedevo la fattorie che ergono i loro silo in mezzo a pianure sconfinate.
L'Italia mi sembra un pullulare di umanità: ovunque ti giri trovi segni dell'attività dell'uomo. Le campagne non sono mai deserte, le città sempre popolose e le case ammassate le une sulle altre. Sembra che non ci sia spazio per tutti e ci dobbiamo stringere per fare posto agli altri.
Forse è veramente così.
3 commenti:
Non sai come ti capisco... il ritornare e' sempre traumatico. Per quanto riguarda il sovraffollamento non credo sia una questione di spazio, e' piu' una questione di cultura...
...e per fare posto agli altri ce ne andiamo in un'altra nazione?!
Mah... dipende dai punti di vista Aste'. Ho conosciuto gente che, per esempio, se ne vuole andare da Milano e tornare a Trento perché trova la vita troppo caotica.
Questione di indole ed esperienze infantili, credo.
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