giovedì, marzo 15, 2007

Reinforcement learning emozionale

La coscienza dovrebbe essere lì per risolvere i nostri problemi di decisione. Per difenderci in un certo senso, visto che essa non è altro che la visione che abbiamo di noi stessi all'interno dell'ambiente circostante. Detta in modo semplicistico, una coscienza ben regolata è uno strumento d'analisi al fine di prendere le decisioni adeguate alla diverse contingenze che si propongono. Ovviamente vi sono molti meccanismi sottesi alla coscienza, però di solito la vediamo come la nostra ragione.
Alcuni modelli sono stati proposti in Intelligenza Artificiale per generare decisioni autonome e "ragionate". Tra i più ampiamente accettati vi è il Reinforcement Learning, dove il "motore decisionale" viene influenzato dalle osservazioni sull'ambiente in risposta alle azioni effettuate e da eventuali ricompense (che possono essere negative nel caso di punizioni) dovuti dal raggiungimento o meno di certi obiettivi.Reinforcement learning schemaIn questo modo, alcuni comportamenti vengono imparati e altri dimenticati perché non convenienti. Numerose prove sperimentali vengono a sostegno di questa teoria, mostrando come vengono apprese strategie ottimali al raggiungimento di una soluzione data.

Antonio Damasio propone una teoria neuroscientifica in base alla quale le emozioni sono viste come un comportamento difensivo dell'organismo che "appoggia il ragionamento, specie quando si tratta di questioni personali e sociali che implicano rischi e conflitti". Secondo Damasio, le emozioni aiutano il processo deliberativo, indirizzandolo verso una decisione piuttosto che verso un'altra, ma
non lo sostituiscono la ragione e non decidono per noi. In pratica, le emozioni fornirebbero dei "suggerimenti" alla ragione.

Reinforcement learning con Suggerimento EmozionaleQuesto è quanto sembra avvenire di solito e Damasio ci dice che bisogna fidarsi della parte irrazionale che è in noi, perché vuole il nostro bene; un po' come l'hidden brain di Bruce Wilcox, che sa prima che la coscienza si renda conto di sapere. Bisognerebbe dare quindi ascolto all'istinto, anche a costo di sacrificare la ragione? No, ripeto, l'emozione è un ausilio al sistema, non l'intero sistema.
E allora perché a volte ogni tipo di scelta ragionevole, ogni apprendimento costato anni di allenamento, ricompense (positive E negative), vengono semplicemente buttati nel cesso?
Le emozioni a volte (a volte??) ci fregano, come illustrato nello schema seguente.

Il motore decisionale-ragione viene semplicemente scavalcato in base a non so quali assurde reazioni chimiche, con il risultato di agire sull'ambiente esterno (il mondo reale) con azioni del tutto prive di senso. Si potrebbe pensare in un intervento importante dell'organismo per autodifendersi, se non fosse che tutti, persino l'ambiente esterno stesso composto da amici, conoscenti e persino animali di passaggio, ritengono che l'azione eletta non è altro che un'emerita cazzata (termine scientifico per designare l'inizio di una serie di ricompense negative ad ogni passo successivo).

Il mondo è complesso, direbbe un noto filosofo catanese, però va aggiunto che 'a cervella è 'na sfogli''e cepolla.