domenica, agosto 15, 2010

Piccoli drammi taoisti

La notizia che il nostro maestro di tai chi abbia deciso di rinunciare all'insegnamento, ha scosso un poco i modi del nostro piccolo gruppo di praticanti.

C. fa lezioni da 25 anni ed è visto come un punto di riferimento nella comunità. Allievo prediletto di maestro Moy, il fondatore, C. avrebbe potuto ascendere ai ranghi più alti dell'Associazione, ma ha preferito seguire un profilo più basso... con certo dispetto di alcuni. Un disappunto che è arrivato fino a ritirargli la licenza all'insegnamento qualche anno fa; per indisciplina mi è stato detto.

L'altro giorno, arrivando a lezione, già si nota che l'aria era densa di aspettative e speranze. S. stava dando istruzioni per l'inizio degli esercizi, quando sarebbe dovuto toccare a C.; inoltre "S. non ha il rango necessario per dirigere una classe avanzata", mi hanno fatto notare. Durante la pausa mi volevo avvicinare a C. per scherzare sul tema, ma sono stato intercettato in cammino.  T. mi voleva parlare della voglia che ha di passare al grado di istruttore. Un'ottima idea, infatti manca un po' sangue nuovo e un approccio fresco nell'Associazione.

Facendomi più avanti, orecchio la conversazione nella quale C. è impegnato: sta cercando di convincere N. di prendere il suo posto. "Neanche per scherzo!" risponde lei fra sonore risate, "no me quiero comer el marrón".

"Allora la faccenda è seria", penso io, "e si è scatenata la guerra di successione". Ognuno spinge i suoi e muove le sue pedine per farsi avanti nei ranghi dell'Associazione (no, nessuno ha detto "setta"). Manovre machiavelliane per farsi vedere o ascendere a più alti onori (NdA: la cosa va presa con ironia, dato che chi è istruttore lo fa per condividere il proprio piacere di praticare il tai chi, sicuramente non per attaccarsi un'etichetta addosso, come se fosse un trofeo.).

In ogni modo, fortuna vuole che sono estraneo a tutto questo e che la mia richiesta per passare ad istruttore l'ho fatta in tempi non sospetti: ben una settimana fa!