venerdì, aprile 10, 2009

Il volo della falena

Tempo addietro, in altri luoghi e altre situazioni, scrissi di una falena. Un poemetto stupido e post-adolescenziale come molte delle cose che faccio. Un infinito inseguire se stessi, pronti a cogliersi in fallo.
L'idea della falena è come questo osservarsi mentre si è assenti, analizzarsi in quanto oggetto e ricordarsi (ahimé) le proprie debolezze come quando si parla ad un fratello minore. E qui torniamo alla Coscienza, all'Immagine del Soggetto a se stesso. Ma non è qui che volevo andare a parare...

La parte ancora ragionante del mio cervello avverte, invano, che non si deve giocare con il fuoco. Quante volte sarà capitato anche a voi. E malgrado le grandi promesse, i buoni propositi, a volte, dopo esservi bruciati, lanciate indietro uno sguardo furtivo e pieno di desiderio.
Già, tanto poi che fa? Ignorate, le fiamme non smettono di essere belle; guardatele danzare!

sabato, aprile 04, 2009

Decostruzioni

Da un mese ci siamo trasferiti nel nuovo campus del Poble Nou e lasciato la stazione di Francia che ci ha ospitati negli ultimi anni, tra rumori di treni e canti di animali del Zoologico. Il quartiere dove lavoravamo ha le sue attrattive, incontro di una gioventù trendy e di turisti colti. Uscire da lavoro e andare a prenderci una birra nel passeig a lato, con come sfondo una delle più belle cattedrali gotiche d'Europa, era un vero piacere.

La zona dove siamo adesso, stretta fra la Diagonal, Marina e i primi palazzi del Poble Nou è -di contro- in piena costruzione. Sarebbe forse meglio parlare di decostruzione; infatti si sta buttando giù il vecchio quartiere operaio, le sue fabbriche di mattoni e i suoi caseggiati del primo '900 per fare spazio a grattacieli di cristallo, torri della modernità che avanza.
Il Poble Nou ha avuto uno sviluppo fortissimo durante la rivoluzione industriale, la
Manchester di Catalogna veniva chiamato. Ora si è uno dei luoghi al mondo che permette maggiormente di comprendere in che direzione si muove l'economia e -soprattutto- che la rivoluzione industriale è terminata da più di un secolo, in questa parte del pianeta.



Andando a lavoro, mi sono imbattuto in un libro che parla di una mansión, di vari personaggi in chiaro-scuro e di una sacrificio compiuto con la tranquilla calma di una fiera che si lascia cadere sulla preda, disfacendo in qualche attimo una vita, maturata a colpi di pericolo e crescita, giunta al suo compimento.

Adesso la zona dell'università è un quartiere pieno di contrasti, mentre si buttano giù i vecchi fabbricati e iniziano a sorgere a lato, alti pinnacoli alla moda sognati da architetti famosi. Se passeggiate lungo la stessa calle Tanger dove sorge il mio Dipartimento delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (eh sì, c'è trendismo anche nella scienza!), troverete, dopo l'isolato della Pompeu e gli studi della televisione di stato (TVE), una rimessa di camion trasformata in un villaggio gitano, con viali di roulotte e deposito di ferrivecchi. Poco più avanti, una discoteca hard, il Merlin, le cui mura hanno forma di torrioni e merli di castello medievale. E poi... il vuoto, due edifici in mezzo al no-man's-land che sorgono come monoliti grigi, dimenticati da una razza preesistente di formiche giganti, aspettando di essere abbattuti per far spazio a case più idonee al nuovo quartiere degli affari e della tecnologia che si sta costruendo.

Così le relazioni. Costruire per poi decostruire, a volte distruggere.
Il sacrificio del libro fu ben meditato, pianificato con saggia freddezza e del tutto gratuito: il momento venuto, la vittima fu naturalmente spinta verso il baratro che la aspettava, una voragine spalancata di disperazione, ampia ed affamata. Tutto molto semplice e vendicativo come un bambino.
Per non lasciarsi superare (dal tempo, dagli eventi, dagli avversari) bisogna correre sul filo di una lama, come una partita a go, sempre in equilibrio tra la realizzazione e la devastazione. Un'eterna ruota fatta di cancellature successive che si srotola e che compone le storie.
costruire.... decostruire.... costruire.... decostruire.... costruire.... decostruire.... Costruire.