venerdì, giugno 26, 2009

Racconti dall'età dell'oro

Piero Da Cortona - Golden AgeOra sto a Napoli, nella mia vecchia stanza però ristrutturata (non le cerchi, ma saltano fuori mille simbologie da ciò), tra vecchi libri e goban. Uno stacco, come non ne ho da tempo.

"Dopo tre mesi, una relazione smette di fondarsi unicamente sugli ormoni e si scopre com'è realmente l'altra persona", dice il mio amico F.   A dire il vero, la mia personale esperienza mi porta a dire che una persona mostra la reale se stessa dopo due anni. Prima di questo termine, si riesce a vivere senza che (troppi) nodi vengano al pettine.
In ogni modo, ora ho una visione più chiara di questo primo periodo.

Il primo mese si perde nelle nebbie del mito. È come l'Età dell'Oro dei nostri progenitori, come la Lupa di Romolo e Remo, come la spedizione degli Argonauti: le storie più forti nascono in questo momento, i ricordi più emblematici anche. Se la forza dei ricordi dipende dalla loro carica emotiva, all'inizio di una relazione siamo in un'ottima posizione per memorizzare ogni gesto, ogni frase detta.

Il secondo mese è dedicato al sesso. Ci si scopre fisicamente e si passa il tempo a respingere i limiti dell'altro. Prove su prove, per vedere con chi si ha a che fare. A volte si rischia e si arriva dove non si sarebbe mai dovuto arrivare; tanto stress da poter scoppiare.

Il terzo mese è un primo test, cieco, di coesistenza. La presa di coscienza che non si è più soli e il lottare contro questo. Qui capisco cosa voleva dire F.: la dipendenza da dopamina è talmente alta da impazzire, ma non è più una novità e ci si ribella ad ogni costrizione. Ancora una volta: la presa di coscienza si traduce in un nuovo assetto delle proprie abitudini. Prendere o lasciare, però durante il terzo mese si ha ancora abbastanza ormoni in corpo da poter ancora volare, portati da ali inerziali.

Qui finisce la storia mitologica fondamento delle civiltà. Da ora in poi l'uomo riprende possesso del proprio destino e guarda ai suoi atti con occhi aperti e critici. In un certo modo, qui si diventa adulti.

martedì, giugno 09, 2009

Narcisismo elettivo

Un vento di destra soffia in Europa. Non mi sembra strano, dato lo stato della sinistra. In Francia e Italia -paesi storicamente dove è sempre stata storicamente forte- è disgregata, sgretolata dalle infinite lotte intestine.
Un articolo di Scalfari che ho letto da poco va nella stessa direzione di queste mie sensazioni. Troppi litigi, troppo narcisismo. A sentire questa parola, subito penso alle scarpe di Bertinotti!
Ognuno difende il suo, ciascun partito smette di fare politica (leggi: compromesso) per curare i propri interessi o le proprie ideologie. Arrivando fino all'assurdo per non cedere alle alleanze: il PD esitava ad entrare nel partito socialista europeo! Tentenniamo per andare con i ELDR (European Liberal Democrat and Reform Party) dove, per esempio, partecipa il CiU di Alfons Mas. A me sembra allucinante! Comunque alla fine si trovò un'ulteriore forma di difendere se stessi per non dare alla politica europea confluendo nell'ASDE.

Ecco, tutto questo narcisismo politico, noncurante degli interessi degli elettori, mi fa paura. Mi fanno paura certi aspetti del mio carattere, ora che si confrontano con un valido e duro specchio nel quale riflettersi. Al ché, scatta la domanda: è possibile cambiare in meglio? Dimenticare un po' se stessi per un obiettivo più grande?
Personalmente credo di si. Si cambia se c'è necessità; "the greatest good" è generalmente una buona causa per la quale sacrificarsi (la unica difatti). Non sarà la prima volta. Capitò con R., anni e anni fa, per diventare un po' come sono adesso. Iniziai a fare colloqui a Google Zurigo prima di rinunciare, visto che il movente di tale cambio di intenti era venuto a cadere (non sempre ti danno fiducia, fa parte del gioco, anche se dà rabbia). Adesso sembra che il tempo e la fiducia siano agli sgoccioli... malgrado tutto, la lotta continua!