La vittoria del Grillo Parlante
Mi ero disinteressato dalla politica italiana da tempo. Certo, votavo come italiano all'estero, ma l'onnipresenza di B. e una sinistra sempre meno a sinistra, mi avevano scoraggiato fino all'indifferenza. Negli ultimi mesi, principalmente grazie a F., seguo di nuovo da vicino la politica italiana, anche se con la distanza di chi sa che in Italia non ci tornerà per un bel po'. Questo sguardo sui risultati delle elezioni europee 2014 è quindi influenzato da una visione propriamente esterna.
Abbastanza curiosamente, la visione viene da un "estero" dove la destra ha vinto. In Francia, è l'estrema destra che ha punito i socialisti di non fare più i socialisti. Hollande ha una politica abbastanza di destra, almeno dal punto di vista economico, ed l'ha pagata perdendo buona parte del suo elettorato: non può sedurre i votanti di destra che continueranno a votare a destra, snobbando ex socialisti con una politica economica neo-liberista.
In Italia ci si aspettava la vittoria di Grillo, scandito dal #vinciamonoi dei suoi partitari. Non è stato così. Il PD di Renzi ha stra-vinto, incamerando, oltre ai voti storicamente di sinistra, anche i frutti della sua alleanza con B. che, così facendo, ha traghettato il PD verso un centrismo mondo dall'accusa di comunismo, rassicurando il piccolo borghese.
Chi sono gli elettori dei 5 stelle e perché non hanno risposto a questa chiamata? Alle politiche hanno votato Grillo gli ex-PD delusi, in cerca di novità riformiste. È seguito disamore nel capire che Grillo non può fare riforme: l'incapacità cronica di stringere alleanze dei 5 stelle fa fuggire chi li ha votato sperando di andare al governo (sopratutto se provenienti da un partito che al governo ci è stato). E poi, per superare il PD, Grillo avrebbe dovuto attrarre anche i voti della destra.
Grillo pesca anche fra la gente che non ce la fa più della corruzione e dei partiti politici che hanno venduto l'ideologia ai gruppi di potere. Gente onesta, che vuole il cambiamento, che magari non aveva votato prima per lo schifo dalla mala-politica e che quindi ha una partecipazione limitata, che va a votare quando la posta in gioco la tocca da vicino... e che quindi non vota alle europee.
Si delinea quindi il vero elettorato del partito a 5 stelle e anche il ruolo istituzionale che quell'anima post-ideologica gli impone. Il movimento di Grillo non è un partito di governo perché non fa alleanze e l'Italia non gli darà mai una maggioranza bulgara: si tratta sempre del popolo che ha supportato B. negli ultimi 20 anni; i miracoli non esistono. È invece un partito d'opposizione, con un ruolo assegnatogli dall'elettorato di garante del paese, una sorta di coscienza della maggioranza.
L'idea che vi siano persone pulite all'interno del Parlamento è rassicurante, sopratutto perché è stata posta, dopo 30 anni, di nuovo la questione morale in un momento in cui la visione di Napolitano si è realizzata a pieno. È però questa visione che permette di governare e persino Berlinguer aveva maturato il Compromesso Storico, ma di questo parleremo un altro giorno...
Abbastanza curiosamente, la visione viene da un "estero" dove la destra ha vinto. In Francia, è l'estrema destra che ha punito i socialisti di non fare più i socialisti. Hollande ha una politica abbastanza di destra, almeno dal punto di vista economico, ed l'ha pagata perdendo buona parte del suo elettorato: non può sedurre i votanti di destra che continueranno a votare a destra, snobbando ex socialisti con una politica economica neo-liberista.
In Italia ci si aspettava la vittoria di Grillo, scandito dal #vinciamonoi dei suoi partitari. Non è stato così. Il PD di Renzi ha stra-vinto, incamerando, oltre ai voti storicamente di sinistra, anche i frutti della sua alleanza con B. che, così facendo, ha traghettato il PD verso un centrismo mondo dall'accusa di comunismo, rassicurando il piccolo borghese.
Chi sono gli elettori dei 5 stelle e perché non hanno risposto a questa chiamata? Alle politiche hanno votato Grillo gli ex-PD delusi, in cerca di novità riformiste. È seguito disamore nel capire che Grillo non può fare riforme: l'incapacità cronica di stringere alleanze dei 5 stelle fa fuggire chi li ha votato sperando di andare al governo (sopratutto se provenienti da un partito che al governo ci è stato). E poi, per superare il PD, Grillo avrebbe dovuto attrarre anche i voti della destra.
Grillo pesca anche fra la gente che non ce la fa più della corruzione e dei partiti politici che hanno venduto l'ideologia ai gruppi di potere. Gente onesta, che vuole il cambiamento, che magari non aveva votato prima per lo schifo dalla mala-politica e che quindi ha una partecipazione limitata, che va a votare quando la posta in gioco la tocca da vicino... e che quindi non vota alle europee.
Si delinea quindi il vero elettorato del partito a 5 stelle e anche il ruolo istituzionale che quell'anima post-ideologica gli impone. Il movimento di Grillo non è un partito di governo perché non fa alleanze e l'Italia non gli darà mai una maggioranza bulgara: si tratta sempre del popolo che ha supportato B. negli ultimi 20 anni; i miracoli non esistono. È invece un partito d'opposizione, con un ruolo assegnatogli dall'elettorato di garante del paese, una sorta di coscienza della maggioranza.
L'idea che vi siano persone pulite all'interno del Parlamento è rassicurante, sopratutto perché è stata posta, dopo 30 anni, di nuovo la questione morale in un momento in cui la visione di Napolitano si è realizzata a pieno. È però questa visione che permette di governare e persino Berlinguer aveva maturato il Compromesso Storico, ma di questo parleremo un altro giorno...