lunedì, agosto 06, 2007

Polizia nemica

Parlavo qualche tempo fa di una strana atmosfera repressiva che aleggiava su Barcellona. Recentemente è capitato un altro episodio ancora più inquietante e degno dei racconti sui regimi dittatoriale di fama ben più triste della ricca Catalogna.

Un paio di miei amici, J. e M., se ne stavano una bella sera nelle vicinanze della spiaggia di Barceloneta. Non facevano nulla di particolare: chiacchierare con qualche ragazza, prendere un aperitivo, due passi sulla spiaggia. Va detto che J. e M. non sono ragazzini: viaggiano sulla trentina abbondante, entrambi lavorano da anni. Questo per dire che non hanno l'aspetto del vagabondo e dell'attaccabrighe. Comunque, M. inizia ad avere una discussione con una guardia di sicurezza che lo accusava di rubare dei gelati da un frigo fuori da un chiosco. Ora, si può accusare la gente di parecchie cose, ma "rubare dei gelati" normalmente non è la prima cosa che viene da dire a un trentenne, anche se in vacanza. siccome M. parla male lo spagnolo, in suo soccorso viene J. che lo parla meglio (sono entrambi stranieri, però J. lavora a Barcellona da vari mesi).
Dalla discussione viene fuori che la zona è videosorvegliata e quindi, per smontare l'accusa di furto, M. propone di vedere il video. La guardia chiama altri colleghi -che si rivelano essere poliziotti in borghese, anzi mossos d'esquadra- che cercano di spingere i due malcapitati amici dentro una stanza del palazzo vicino, con la scusa di visualizzare il suddetto video.
Al momento in cui J. prende il cellulare per chiamare un amico e comunicargli quello che sta succedendo, viene aggredito dai mossos che lo pestano per strada, mentre M. cerca aiuti tra la folla radunata attorno. Naturalmente si sono messi a 2-3 contro uno, come è d'uso tra i vigliacchi. Questo episodio si termina per l'arrivo di una pattuglia di agenti (chiamati da uno spettatore) che conducono J. alla tristemente famosa commissaria di Les Corts.
Les Corts è salita alla ribalta dei quotidiani per la denuncia di una cittadina russa, Elena, vittima di sevizie e percosse una volta fermata dalla polizia. Il video delle sevizie è finito nelle mani dei magistrati e la faccenda è ora in giudizio (ho riportato alcuni fotogrammi di quest'episodio, apparsi su un sito collegato a El Pais qui sopra).

J. ha passato una notte in carcere, picchiato e torturato. In particolare gli hanno ripetutamente storto le giunture dei polsi e del braccio per non lasciare ematomi, ha raccontato. Quando R., un altro amico, si è presentato a Les Corts per avere notizie del suo amico, gli hanno risposto che non era lì e solo dietro la minaccia di rivolgersi al consolato, hanno ammesso la sua presenza in carcere.
Ora J. è stato rilasciato e accusato di aggressione e resistenza. Lui ha intenzione di portare denuncia verso i mossos che lo hanno picchiato, ma è stato minacciato e dissuaso dal farlo. M., che ha avuto un ruolo marginale nella faccenda, sembra si stia tirando indietro. In questi giorni ci dovrebbe essere il giudizio. L'intenzione è di denunciare gli autori dell'aggressione, ma anche i loro colleghi che hanno tentato di nascondere la sua presenza nel commissariato.
Questi sono fatti gravi che avvengono in ogni nazione (es: Napoli, 17 marzo 2001, manifestazione repressa con una carica della polizia e numerosi ragazzi percossi alla caserma Raniero), ma non ce lo si aspetta nella Spagna moderna, libera (?) dal franchismo. Il senso di insicurezza non se n'è andato...

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