martedì, novembre 01, 2005

Per fare una scelta, bisogna averne la possibilità.
Non c'è scelta se non c'è alternativa; non si può parlare del libero arbitrio di una pietra che rotola lungo un declivio.
Così per noi, prima di poterci sentire effettivamente liberi, dobbiamo procurarci delle alternative tra cui scelgliere e sulle quali scervellarci. Paradossalmente, anche quelle che meno ci importano.
Poi, generalmente sono queste ultime che ci sorprendono maggiormente.
Me ne vengono in mente tante; sopratutto ultimamente mi è capitato di farmi sor-prendere da una situazione alla quale -certo- non avevo chiuse del tutto le porte, però non le avevo dato inizialmente alcuna chance e sicuramente non l'avevo considerata una possibilità reale.
Qui entrano in gioco i meccanismi della scelta. Quando parlo di preferenza, di prima scelta, generalmente è quella dettata dallo stomaco. La ragione di solito interviene in seconda battuta, offrendoci la possibilità di apprezzare ciò che ci cade dal cielo. Quando è lo stomaco a guidarci, ci fa scansare le possibilità troppo fredde o ragionevoli, fino a portarci quì, dove siamo ora.

Chi scegliereste?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La scelta dello stomaco si chiama infatuazione, quella del cervello "amore", solo raramente le due scelte coincidono... :P

Anonimo ha detto...

Non è detto, quella del cervello può anche chiamarsi 'farsi due conti in tasca e decidere che questo sarà un buon marito'...sono troppo cinica?!